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La Svizzera ha bisogno di una grande banca globale

Acquisizione CS/UBS, Banche

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Due anni dopo il crollo di Credit Suisse

Credit Suisse è stata completamente integrata in UBS e, nel tempo, scomparirà come marchio. Tuttavia, le migliaia di dipendenti che hanno lavorato con dedizione e impegno per Credit Suisse per anni restano. L’attuale dibattito sul futuro della piazza finanziaria svizzera riguarda anche i circa 100’000 bancari impiegati nella Confederazione.

Credit Suisse è stata acquisita da UBS il 19 marzo 2023. Due anni dopo, i vertici del CS, responsabili di questo tracollo, non sono ancora stati chiamati a rispondere del loro comportamento. Affinché situazioni del genere non si ripetano, l’Associazione svizzera degli impiegati di banca (ASIB) chiede anche nuove norme per i top manager responsabili del collasso di una banca come nel caso del CS.

 

Ne va dei valori svizzeri

E quale proposta avanza la Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI)? Dopo 18 mesi e un costo di ben 5 milioni, la CPI chiede tra le altre cose che la maggioranza del Consiglio di Amministrazione di UBS debba aver vissuto in Svizzera per almeno 10 anni. Ma l’ex Presidente del Consiglio di Amministrazione della sepolta Credit Suisse non aveva forse vissuto in Svizzera molto più a lungo?
In realtà, il punto centrale non è la cittadinanza svizzera o la residenza, bensì i valori svizzeri.
“UBS deve rimanere una banca svizzera e incarnare i valori svizzeri, tra cui la lunga tradizione di una solida partnership sociale. Quando ci sono opinioni divergenti, dobbiamo trovare un accordo nell’interesse dei dipendenti.”
(Comunicato stampa SBPV 31 agosto 2023). Negli ultimi due anni, UBS ha dimostrato di rispettare e applicare questi valori. Si è impegnata per limitare il numero di licenziamenti e attuarli nel corso di anni, per attutirne le conseguenze. Grazie anche all’intervento di ASIB, il processo è stato trasparente nei confronti dei partner sociali e garantisce, tra l’altro, lo stesso piano sociale a tutti i dipendenti di Credit Suisse e UBS in Svizzera, oltre a misure di protezione ulteriori dedicate ai dipendenti più anziani, proprio come richiesto ed ottenuto dalla nostra Associazione.

 

Rapporto CPI: più la spesa che l’impresa

Il rapporto della CIP, nel suo complesso, è una grande delusione. Gli stessi valori svizzeri richiesti ai datori di lavoro e ai lavoratori sono attesi anche dalle Autorità, dalla politica in generale. Purtroppo, il declino di Credit Suisse viene da lontano, da chi invece di guardare in dettaglio ha preferito guardare dall’altra parte.

Per anni, la FINMA ha permesso a Credit Suisse di operare con riserve di capitale inferiori a quelle richieste dalle normative in vigore. Sia la FINMA che il Consiglio federale hanno lasciato che i top manager di Credit Suisse distruggessero la seconda banca elvetica, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Anche se la responsabilità ricade sui vertici di Credit Suisse, il fallimento della FINMA deve avere delle conseguenze. Anche su questo punto la CPI vede errori ma non vere responsabilità. Eppure, ogni singolo dipendente, ogni bancario, viene punito e perseguito per ogni sbaglio, e la FINMA ne valuta anche l’integrità. Chi lavorando sbaglia, perde il lavoro. E i top manager? E i vertici della FINMA? ASIB rimane convinta della necessità di dimissioni della Presidente della FINMA.

 

Il pericoloso gioco della politica

Dopo la sessione straordinaria dell’aprile 2023 alle Camere federali, ASIB ha preso atto delle forti critiche rivolte alle grandi banche. È stato importante chiarire, da parte di tutte le forze politiche, che i dipendenti di Credit Suisse non erano responsabili dell’avvenuto disastro. Tuttavia, già allora ASIB aveva messo in guardia contro una regolamentazione eccessiva.
“Non dobbiamo solo parlare di numeri e nuove leggi, ma delle persone. Gli ultimi mesi sono stati difficili per tutti, soprattutto per i dipendenti e le commissioni del personale delle due grandi banche. ASIB analizzerà attentamente le nuove regolamentazioni dal punto di vista dei lavoratori. Servono misure efficaci, non attivismo legislativo con leggi sbagliate.”
(Comunicato stampa ASIB, 31 agosto 2023).

Questa preoccupazione era più che giustificata. Due anni dopo, si discute se la Svizzera abbia bisogno di una grande banca svizzera globale, dimenticando che il tema concerne migliaia di posti di lavoro.
Il settore finanziario è di grande importanza per il mercato del lavoro svizzero e per la società nel suo complesso. La stabilità e lo sviluppo della piazza finanziaria influiscono sull’intera economia nazionale e, quindi, sui posti di lavoro nel Paese. Per ASIB è chiaro: la Svizzera ha bisogno di una grande banca globale. La Svizzera ha bisogno di UBS.
L’Associazione svizzera degli impiegati di banca invita quindi la politica a condurre il dibattito con maggiore equilibrio. Per ASIB, i dipendenti e i posti di lavoro devono finalmente essere al centro della discussione.

 

La sorveglianza deve essere più efficace

Tutti sono d’accordo: il caso Credit Suisse non deve ripetersi. Servono strumenti efficaci, non un dibattito sterile sull’utilità di una grande banca in Svizzera.

  1. Il comportamento irresponsabile del top management non deve essere premiato. Servono chiare responsabilità e anche una responsabilità personale per i vertici bancari. Inoltre, ASIB chiede una norma penale specifica per i top manager nei casi come questo.
  2. Le autorità di vigilanza devono essere rafforzate secondo gli standard anglosassoni. Non è accettabile che la FINMA sia molto meno incisiva rispetto agli organismi di supervisione statunitensi, mentre i top manager giustificano i loro elevati stipendi e bonus proprio con il confronto con gli USA.
  3. Ma soprattutto, le autorità di vigilanza devono applicare le misure in modo rigoroso. Servono istituzioni che facciano rispettare le regole e non si lascino intimidire dai top manager. Gli strumenti a disposizione devono essere utilizzati con fermezza e il Consiglio federale deve garantirne l’applicazione.

 

In occasione della fusione tra Credit Suisse e UBS, molto è stato fatto e ancora vi è da fare. Nel tempo tutte le nostre rivendicazioni sono state accolte:

  • mantenimento del maggior numero possibile di posti di lavoro in Svizzera;
  • processo di integrazione equo, trasparente e paritario;
  • piano sociale comune con ampliamento delle prestazioni;
  • partenariato sociale serio, vincolante e rafforzato.